Tantissime liti tra vicini sono scaturite dai volumi troppo alti della musica o della tv, da feste a tarda notte o lavori diurni in casa. Molte delle liti finiscono poi dall’avvocato. Vediamo quali sono i limiti da rispettare e come provare a uscirne nel modo migliore.
Una delle maggiori fonti di litigiosità all’interno del condominio è senza alcun dubbio data dai comportamenti a volte irrispettosi nei confronti degli altri condomini da parte nostra o dei nostri vicini di casa. Comportamenti che potrebbero sembrare per noi normali e leciti, ma che possono arrecare notevoli disturbi agli altri. Infatti non è assolutamente vero che ognuno a casa propria, possa fare quello che vuole infischiandosene degli altri condomini! Esiste un limite a tutto e bisogna sempre attenersi, oltre che al buon senso che ognuno di noi dovrebbe avere, al regolamento di condominio e alle norme comunali in tema di rumorosità.
In ambito condominiale tutti abbiamo avuto a che fare con fastidi più o meno grandi che provengono dal vicino: il volume troppo alto del televisore o dello stereo, il camminare con zoccoli di legno, l’uso della lavatrice o dell’aspirapolvere in orari notturni, lavori di ristrutturazione, litigi tra moglie e marito, prestazioni canore stonate da parte del vicino, lanci di oggetti sul pavimento, ecc.
Buona norma vorrebbe che i fastidi che provengono nei confronti dal vicino di casa, venissero risolti con il buon senso discutendone direttamente in modo civile e con toni conciliativi, magari invitando il vicino a prendere a casa un caffè o un aperitivo, ma purtroppo questo avviene sempre più di rado a causa della nostra vita frenetica dovuta al lavoro, al traffico e alle miriadi di attività giornaliere che ci investono. È molto più facile rivolgersi a un legale per affrontare o per risolvere la questione, con la conseguenza che molto spesso ci troviamo di fronte a litigi veri e propri che sfociano nella migliore delle ipotesi in non salutarsi più ed evitarsi, ma anche in azioni giudiziarie a causa del perdurare del disturbo o addirittura dell’accentuazione dello stesso.
Premesso che “non si possono impedire rumori che non superano la normale tollerabilità”, come sancisce il codice civile, ma quali sono i limiti di tollerabilità dei rumori che possiamo sopportare e quali sono gli orari in cui si può non si può fare rumore?
Non esiste una norma precisa in merito, ma dobbiamo estrapolare dei criteri generali da varie parti. Innanzitutto il reato di disturbo della quiete pubblica, di cui molti condomini utilizzano in modo improprio, scatta quando si supera la “normale tollerabilità” e i rumori possono essere avvertiti da “un numero indeterminato di persone”. In un recente pronunciamento della corte di Cassazione viene decretato che “ai fini della configurabilità del reato di disturbo della quiete pubblica non sono necessarie né la vastità dell’area interessata dalle emissioni sonore, né il disturbo di un numero rilevante di persone, essendo sufficiente che i rumori siano idonei ad arrecare disturbo ad un gruppo indeterminato di persone, anche se raccolte in un ambito ristretto, come il condominio”.
Da varie sentenze in merito si può desumere che il numero di decibel notturno che non si può superare rispetto ai rumori di fondo normali sia di tre, mentre di giorno non è possibile superare i cinque decibel.
Per quanto riguarda le fasce orarie, quelle notturne vanno dalle 22,00 alle 6,00 del mattino in cui non sono ammessi rumori. Tali fasce orarie possono essere ridotte dai regolamenti condominiali. Infatti molti regolamenti prevedono che i lavori possono essere effettuati esclusivamente dalle 8,30 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 19,30.
Nei casi in cui non si riuscisse con il buon senso ad ottenere il rispetto della normale tollerabilità, soprattutto nelle ore notturne, bisogna fare una segnalazione alla polizia o ai carabinieri, ma si può anche effettuare direttamente una denuncia alla Procura della Repubblica.
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di Mariolina Servino Art Director
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