A Roma partono le rimozioni forzate da parte delle forze dell’ordine delle scatole a combinazione che contengono le chiavi dei b&b, dichiarate fuori norma dal Viminale a dicembre. E le multe possono ricadere su tutti i condomini.
Dopo gli annunci il Comune di Roma è passato ai fatti, sulle orme di quello di Firenze. È iniziata il 31 gennaio la rimozione da parte dei vigili della capitale delle prime keybox turistiche, le scatole-lucchetto con combinazione dove i proprietari di strutture turistiche lasciano normalmente le chiavi dei loro appartamenti per i turisti in arrivo. Parliamo della cosiddetta modalità “self check-in”, ovvero l’accesso alla struttura extralberghiera (b&b, casa vacanze, affittacamere, etc) senza la presenza dell’host o del gestore della struttura. Il sindaco Roberto Gualtieri ha dichiarato guerra ai lucchetti sparsi per le vie della città nei mesi scorsi e ora i vigili sono passati alla rimozione tenaglie alla mano, alla presenza dell’assessore al Turismo, Alessandro Onorato. I primi 100 lucchetti sono stati rimossi nel rione Monti e il Comune conta di farne fuori un centinaio al giorno.
ARRIVANO LE MULTE A ROMA
Da fine gennaio dunque i vigili sanzioneranno i proprietari di keybox attaccate all’esterno dei palazzi, che comunque devono chiedere un’autorizzazione alla sovrintendenza per poterle esporre anche se si trovano su proprietà privata. Mentre quelle su suolo pubblico, attaccate per esempio ai lampioni, ai paracarri o a qualsiasi altro supporto verranno automaticamente rimosse dai vigili. Veniamo alle multe. La sanzione prevista è di 400 euro a carico del proprietario della keybox che però può benissimo non essere presente o rintracciabile o addirittura identificabile. In questo caso i vigili notificano la multa all’amministratore di condominio che a sua volta la ripartisce fra tutti i condomini (a meno che questi ultimi non si mettano d’accordo per dimostrare che la multa vada ribaltata sul proprietario ma serve comunque un’assemblea che può potenzialmente portare a un’azione legale in caso di muro contro muro). Ma non c’è solo la multa. L’assessore romano ha precisato che gli amministratori hanno l’obbligo di far rimuovere le keybox situate sulla proprietà privata del condominio entro sette giorni. Qualora non avvenisse la rimozione sarà effettuata dal Comune e le spese aggiunte alla multa a carico dei condomini.
COME SI È ARRIVATI ALLE RIMOZIONI
La battaglia sui self check-in va avanti da molto ed è uno dei terreni di scontro del cosiddetto overturism, ovvero il fenomeno per cui le mete più famose sono diventate oggetto di un turismo di massa senza precedenti, che in molti casi ha snaturato la vita di quei luoghi tramutandoli in villaggi turistici senza più residenti o servizi per questi ultimi. La prima città a vietare l’uso delle keybox è stata Firenze in autunno, sfruttando la tutela dell’area Unesco del centro storico. Poi è arrivato lo stop del Viminale dopo che il ministro del Turismo, Daniela Santanché, aveva raccolto il testimone proprio dal sindaco di Firenze, Sara Funaro (che però è eletta nel centro sinistra a differenza di Santanché) portando la questione all’attenzione di Piantedosi. Il Viminale ha decretato che le keybox sono fuori norma perché violano il principio del riconoscimento dell’ospite della struttura previsto da diversi decenni dalle norme antiterrorismo, che impongono non solo l’invio dei documenti entro 24 ore alla Questura di zona per i turisti in arrivo, ma anche appunto il riconoscimento da parte dell’hotel o del gestore della persona che alloggerà, documenti alla mano. Insomma il self check-in contravviene a una norma di sicurezza e quindi le keybox possono essere rimosse.
LA BATTAGLIA È SOLO ALL’INIZIO
La vicenda però non finisce qui, anzi si preannuncia una lunga battaglia. Il 23 dicembre infatti il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, ha ricevuto al Viminale i appresentanti di molte sigle dei gestori di strutture extralberghiere che stanno lavorando in fretta e furia per trovare una soluzione al vulnus normativo del self check-in. Con ogni probabilità nei prossimi mesi i gestori avanzeranno proposte molto serie e concrete per effettuare i check-in a distanza verificando l’identità degli ospiti mediante app e riconoscimenti facciali. Chissà che presto i vigili non debbano rimettere le tenaglie nell’armadio, quando il ministero trovasse un accordo “tecnologico” con i gestori.
di Andrea Battistuzzi – Giornalista
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