Il reato ora è più grave e chi si allaccia abusivamente per non pagare la bolletta rischia problemi molto più gravi in tribunale rispondendo del reato di furto aggravato.
Il condomino che si appropria dell’energia elettrica condominiale commette il reato di furto aggravato.
Con una recente sentenza dei primi di gennaio 2022 la Corte di Cassazione ha deciso che un condomino che si impossessa dell’energia elettrica condominiale attraverso un allaccio abusivo, effettuato a valle del contatore condominiale, per fornire energia in una sua proprietà commette il reato di furto aggravato.
Tale reato è molto più grave, rispetto alla precedente interpretazione, della semplice appropriazione indebita, che si applicava in casi del genere. Infatti il condomino, deviando il flusso di energia per fini privati, manifesta un’azione di impossessamento dell’energia elettrica, che è considerata un “bene mobile” e come tale va giudicata, con la spiacevole conseguenza che per tale reato, a differenza del precedente, si procede d’ufficio e non serve che qualcuno sporga denuncia. Soprattutto va tenuto presente che il procedimento penale prosegue comunque anche nel caso si trovi un accordo successivo tra i condomini.
Si può parlare, quindi, di appropriazione indebita solo nei casi in cui l’energia elettrica rientri già nel potere dispositivo dei condomini. Al contrario, se c’è una alterazione della destinazione realizzata attraverso una manomissione non autorizzata da parte del condominio, si verifica una sottrazione dell’energia derivante proprio dall’allaccio abusivo.
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di Lilly Falcone Responsabile gestione immobiliare
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