Si possono installare telecamere in condominio? La risposta è sì ma bisogna rispettare regole e procedure molto chiare e in modo molto preciso per non incorrere in guai seri. In questo articolo vi spieghiamo i principi che regolano la videosorveglianza in condominio, sia che venga installata da un privato condomino che sia predisposta dal condominio.
Numerose fonti online forniscono informazioni sull’uso delle telecamere condominiali per monitorare il corretto conferimento dei rifiuti differenziati e sulle normative applicabili agli impianti di videosorveglianza in genere. Tuttavia, tali informazioni spesso risultano incomplete, omettendo alcuni adempimenti essenziali.
È lecito utilizzare la videosorveglianza per monitorare la raccolta differenziata?
Sì, è consentito. La base giuridica è rappresentata dal legittimo interesse (art. 6.1.f del GDPR). Questo deve essere giustificato da un bilanciamento tra gli interessi del titolare del trattamento (ad esempio il condominio) e i diritti fondamentali delle persone coinvolte (condomini o altre persone riprese). Per conformarsi alle normative, è necessario redigere un documento che motivi l’applicazione di questa base giuridica.
Un altro requisito fondamentale è la nomina di un responsabile del trattamento, come previsto dall’art. 28 del GDPR. Questo non riguarda solo la videosorveglianza per il monitoraggio dei rifiuti, ma anche le telecamere utilizzate per la sicurezza e la tutela del patrimonio. Generalmente, il responsabile è l’amministratore del condominio, il quale deve adottare tutte le misure tecniche e organizzative necessarie per garantire la protezione dei dati e rispettare la normativa vigente.
Il responsabile del trattamento è autorizzato, se necessario, a visionare i filmati per identificare eventuali trasgressori. Inoltre, in caso di scarico illecito di rifiuti da parte di estranei al condominio, è sempre l’amministratore a poter condividere le riprese con le autorità competenti.
È importante ricordare che, secondo una recente sentenza, è indispensabile individuare la responsabilità personale per poter applicare sanzioni: non possono essere puniti né il condominio né l’amministratore.
Adempimenti per l’installazione di un impianto di videosorveglianza condominiale
Prima di installare un impianto di videosorveglianza, è necessario rispettare i seguenti passaggi:
- Ottenere l’approvazione della maggioranza dell’assemblea condominiale, con il voto favorevole di almeno la metà dei millesimi;
- Posizionare le telecamere in modo che inquadrino esclusivamente le aree comuni;
- Nominare il responsabile del trattamento dei dati;
- Installare cartelli informativi conformi alle indicazioni dell’EDPB (European Data Protection Board) del 2019, disponibili anche sul sito del Garante per la protezione dei dati personali (indicazione del titolare/responsabile del trattamento; motivazione delle riprese; principali diritti dei soggetti; accessibilità all’informativa completa.).
A queste indicazioni di base, è opportuno aggiungere ulteriori accorgimenti spesso trascurati:
- Documentare la scelta di installare un impianto di videosorveglianza, motivandola con problemi specifici, come, ad esempio, continui non corretti conferimenti di rifiuti; atti vandalici o furti ricorrenti e l’insufficiente efficacia di soluzioni alternative.
- Effettuare un’analisi delle misure di sicurezza adottate per garantire la protezione dei dati e dei diritti degli interessati;
- Inserire il trattamento dei dati nel registro delle attività di trattamento (art. 30 del GDPR), redigendo una documentazione condominiale specifica (che dovrebbe essere già presente), preferibilmente con il supporto di un consulente esperto;
- Predisporre un’informativa sulla videosorveglianza (artt. 13 e 14 del GDPR), disponibile per chiunque ne faccia richiesta;
- Limitare il periodo di conservazione dei filmati a un massimo di 72 ore, salvo motivazioni specifiche.
- Tenere un registro degli accessi al sistema di videosorveglianza, documentando data, ora, motivo e identità dell’utente autorizzato (solitamente l’amministratore o un suo delegato).
Videosorveglianza domestica
Gli impianti privati installati dai singoli condomini, a loro uso esclusivo, non rientrano nell’ambito del GDPR, ma devono comunque essere rispettate alcune regole fondamentali:
- Le riprese devono limitarsi alla proprietà privata del condomino;
- Se le telecamere inquadrano accidentalmente aree comuni o pubbliche, come nel caso di riprese in prossimità degli accessi, è obbligatorio installare cartelli informativi;
- È vietata la diffusione delle immagini registrate.
Conclusione
L’uso della videosorveglianza rappresenta una soluzione sempre più diffusa, resa pratica ed efficace dall’integrazione con Internet e reti mobili. Tuttavia, è fondamentale rivolgersi a installatori qualificati e scegliere dispositivi che garantiscano un’adeguata protezione contro intrusioni o utilizzi illeciti del sistema. Solo così si potrà rispettare pienamente la normativa e tutelare i diritti di tutte le persone coinvolte.
di Daniele Umberto Spano, Ceo di Kruzer Srl Privacy e Cybersecurity
spano@kruzer.it